Finisce sempre così, che ad emozionarmi sono i gesti quotidiani, quelli che sfuggono agli occhi dei meno attenti.
Alcuni occhi guardano oltre e arrivano in fondo, dove le emozioni giocano tra loro, parlano, ballano, ridono, altre volte piangono, altre urlano o rimangono in silenzio, lì, dove le emozioni vivono.
Se guardo queste foto gli occhi si fermano sulle bacche di biancospino e sorrido…perché per me non sono solo decorazioni, ma molto di più.
Lo guardo rientrare a casa felice, con il sorriso sul viso, quel sorriso che ho ereditato da lui.. mi guarda e mi porge in mano un piatto pieno di piccole meraviglie: ” di fichi ce ne sono ancora tanti sugli alberi, ma sono tutti in alto e non sono riuscito a prenderne altri!”. Poi mi mostra con orgoglio i rami di biancospino che gli avevo chiesto di riportarmi..e sorrido perché è rientrato a casa con dei rami grandi e ne bastavano molto meno, ma lui è così, generoso come pochi..e farebbe di tutto per rendere felice la sua famiglia, così finisce per tornare a casa con tavole di legno, taglieri, rami di alberi o frutti selvatici.. tutto questo per far sorridere sua figlia.
In queste foto io vedo l’amore, quello di un padre per una figlia, quell’amore per la semplicità e la genuinità che è radicata nei loro cuori.
..e ieri, mentre era entusiasta del mio pane ( lui che la frutta secca la ama solo al naturale ), ho pensato che in fondo nulla accade per caso…
E’ l’amore di un padre verso una figlia, è l’amore per la campagna e per i pomeriggi all’aria aperta, è l’amore per l’autunno e per il suoi colori caldi. Finisce sempre così, lascio scorrere le emozioni e mi perdo tra ricordi e racconti…ed è questo che mi piace, amo osservare quello che c’è dietro, trovare il calore e pensare che dietro una ricetta c’è dell’altro, c’è la vita.
Ora è arrivato il momento di parlarvi di questo pane, un pane arricchito dal miele, dall’uvetta, dalle nocciole e dall’anice che, come ho detto spesso, adoro.
Questo pane al miele, nocciole e uvetta è nato qualche settimana fa nella mia testa, ho provato, riprovato per due o tre volte, il risultato era sempre buono, ma non era quello che avevo in testa. Il pane che avevo in testa era quello che ora vedete qui: un pane morbido, profumato, ricco di frutta secca, perfetto a colazione, ma anche per uno spuntino salato, buono in qualsiasi momento della giornata.
Realizzare piccoli sogni in fondo non è poi così difficile…
- 300 g di farina di solina di tipo 1
- 150 g di farina di farro integrale
- 150 g di farina di farro
- 25 g di miele di girasole
- 25 g di miele di castagno
- semi di anice q.b.
- 40 g di nocciole pelate e tostate
- 60 g di uvetta
- 330 g di acqua a temperatura ambiente
- 150 g di lievito madre, rinfrescato e attivo
- 2 cucchiai di olio evo + altro per la ciotola
- 6 g di sale fino
- Versate l'uvetta in un bicchiere e ricopritela di acqua; lasciate in ammollo 30 minuti.
- Versate le farine nella planetaria e aggiungete le nocciole tritate grossolanamente, l'anice a piacere e l'uvetta, ben strizzata dall'acqua.
- Sciogliete il lievito nell'acqua e versatelo nella ciotola della planetaria, unite quindi i due tipi di miele.
- Iniziate ad amalgamare gli ingredienti, quindi aggiungete il sale e l'olio; impastate fino ad ottenere un composto omogeneo e molto morbido ( potete preparare l'impasto sia nella planetaria che a mano ).
- Spolverizzate leggermente una spianatoia con della farina, versatevi l'impasto e lavoratelo per pochi istanti, il tempo necessario a formare una palla; quindi ponete l'impasto in una ciotola leggermente unta.
- Coprite la ciotola con la pellicola e fate lievitare al riparo da correnti d'aria.
- A metà lievitazione fate le pieghe a 3 e ripetetele ancora dopo un'ora circa.
- Lasciate raddoppiare l'impasto, quindi ponetelo su una spianatoia infarinata e chiudete i lembi versi il centro, infine formate un filone e disponetelo su una teglia rivestita di carta forno.
- Coprite il filone e lasciate lievitare fino al raddoppio; prima di infornare fate dei tagli sulla superficie del pane.
- Cuocete nel forno preriscaldato a 250°C per circa 15 minuti, poi abbassate la temperatura a 200°C e proseguite la cottura per circa 40-45 minuti, controllate comunque la cottura in quanto i tempi possono variare in base al forno utilizzato.
- Spegnete il forno, aprite lo sportello e fate raffreddare il pane in piedi poggiato sulle pareti del forno; fatelo raffreddare completamente prima di tagliarlo.
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Alice dice
Dolcissime le parole meraviglioso il pane, un post che è una vera coccola , grazie per avermi fatto cominicare la giornata leggendo di amore e di emozioni <3
baci
Alice
Ileana Pavone dice
Sai che non potevi dirmi parole più belle? 🙂
Grazie Alice, ti auguro una meravigliosa giornata :* Un abbraccio forte!
Ilaria dice
😍 che parole meravigliose 😍 è bello guardare e assaggiare attraverso i tuoi occhi.
Ileana Pavone dice
..non vedo l’ora di riabbracciarti lo sai? :* Grazie stella 🙂
Erica Di Paolo dice
Non so da dove iiziare Ile. Tu sei tu, e lo confermi ogni volta. Sensibile, vera, profonda. Sei un amore. Per questo pane, alimento semplice e intenso, hai scelto ingredienti formidabili, a partire dalle farine. La solina….. che incanto!! Poi miele e noci, insomma….. ma quanto sei speciale!!!!!!
Ileana Pavone dice
Tu mi emozioni sempre, lo sai? Grazie di cuore tesoro, le tue parole fanno davvero bene al cuore..:)
AnnaRita dice
Mi hai commossa, e sai perché? Hai intaccato il mio tallone d’Achille, il mio tasto dolente, ovvero…l’amore di un padre per sua figlia. Quanto possiamo amare i nostri padri, noi figlie femmine? E’ il nostro Re indiscusso, unico, inestimabile e infinito amore. E ti dirò…anche il mio impazzirebbe per un filone di pane così 🙂 infondo, il pane è proprio come il papà: semplice e troppo buono!
Ileana Pavone dice
..e sono anche figlia unica 😀
Ti abbraccio forte! :*
Paola dice
Sembra di rivedere mio padre. Non abbiamo una campagna, ma lui ha un’infinità di risorse e se gli chiedessi anche una pzrte di luna lui saprebbe come fare per portarmela. Ed ecco che lo vedi lì, ad osservarmi soddisfatto quando “gioco” con le mie tavole di legno, o con le forchettine che mi ha portato lui, quando cambio obiettivo alla macchina fotografica entusiasmandomi per quello che vedo attraverso lo zoom. Ed ecco che lo vedo soddisfatto quando sa che c’è qualcosa di buono da mangiare, che è stato prima protagonista di un set che ha contribuito lui, con le sue mille sorprese , a creare. Il pane è tra le cose che più adoro fare e questo all’uvetta mi piace molto. Me ne ricorda uno siciliano, mangiato durante una fiera a Forlì, che era davvero buonissimo, ma non sono mai riuscita a replicarlo.
Ileana Pavone dice
Grazie per aver condiviso con me questi attimi di quotidianità..e amore 🙂
patriziamiceli dice
Un bellissimo racconto ricco di emozioni , un pane delizioso che profuma di casa e affettu. Un’abbraccîo!
Ileana Pavone dice
Grazie Patrizia! Un abbraccio forte :*
Francesca P. dice
Posso solo dire che mi hai emozionato? Leggere intesa e complicità tra padre e figlia, rafforzate da gesti concreti che spesso dicono più delle parole,, mi scuote sempre un po’… e il fatto che la ricetta abbinata sia un pane rende tutto più intenso, perchè non c’è nulla di più vero, semplice, genuino e naturale di questo cibo povero ma ricco, ricchissimo… come alcuni rapporti.
(che belle foto… ma ormai qui è abitudine, costante, certezza)
Ileana Pavone dice
..ed io posso solo abbracciarti in silenzio? 🙂
Ps: i tuoi complimenti mi riempiono di gioia ogni volta, lo sai? :*
Simo dice
amo anche io la quotidianità, se fatta di piccole cose e gesti rassicuranti…come cucinare per chi amo, ad esempio..
Questo tuo pane è una meraviglia amica mia!
Bacioni grandi
Ileana Pavone dice
Sì, la quotidianità regala sempre cose belle.. soprattutto se la condividiamo con le persone che amiamo! Un abbraccio Simo! :*
Marta e Mimma dice
tuo padre è meraviglioso, ma tu di più. Trovo che le persone che riescano a dimostrare il proprio amore con piccoli ma significanti gesti siano splendide, ma quelle che riescono ad accorgersene, che riescono ad essere gratificate da tanto amore lo siano ancora di più. Il pane poi è bellissimo, solo dallo schermo asettico del mio telefono profuma di buono, profuma di casa, di famiglia, di amore e dolcezza.
Ti abbraccio fortissimo, tua Marta
simona mirto dice
Io ci vedo le tue stesse cose: amore, dedizione, volersi bene… preparare il pane è volersi bene. Ci vuole pazienza e attesa due prerogative che sono sempre più rare e più difficili da ritrovare. L’altro giorno alla prima riunione di classe, le maestre hanno detto : i bambini sono tutti sveglissimi e bravi, sono un passo avanti per tante cose, ma non hanno pazienza. Tutto e subito. Ecco. Io vorrei cercare di insegnare a Gin proprio questo: imparare a pazientare, perchè la soddisfazione poi è doppia quando si ottengono dei risultati… Complimenti come sempre amica mia… ti abbraccio:*