Davanti casa dei nonni, a due passi dal mare, anni fa non c’era un residence, ma quello spazio era occupato da giochi per bambini. Ricordo ancora il rumore dei sassolini sotto i piedi, il profumo della libertà, la paura che provavo di fronte allo scivolo più alto, la spensieratezza di quegli attimi che si mescolava alle piccole insicurezze che crescevano dentro di me. Se lo scivolo più alto mi spaventava, l’altalena mi rendeva libera. Spingersi fino a raggiungere il cielo, il vento tra i capelli e la gioia nel cuore, bastavano pochi secondi e all’improvviso la paura lasciava spazio al coraggio, alla forza di volontà, alla voglia di raggiungere spazi immensi, infiniti.
Credo che ogni giorno sia così, come un’altalena. La paura si mescola alla voglia di spingersi sempre più in alto, spesso si torna indietro, il vento si placa e gli occhi guardano in basso, poi però c’è qualcosa che spinge dentro di te e quella spinta ti fa toccare il cielo con un dito, magari solo per un istante, ma in quell’istante assapori la vita.
Mi sono sempre piaciute le altalene, così come mi piacciono gli alti e bassi, la quiete che si alterna alla tempesta, i brividi costanti, la riflessione e la follia, il cielo terso e i temporali estivi.
Non sono più salita su un’altalena, eppure rivivo ogni giorno le stesse sensazioni che provavo da bambina. Emozioni che si alternano, giornate limpide e spensierate si alternano a giornate dure, piene di preoccupazioni e paure, eppure c’è sempre qualcosa a cui aggrapparsi, sia quando sei lassù, con le mani tese verso l’infinito, sia quando la discesa diventa ripida, immediata.
Se tocco il cielo con un dito entro in cucina, prendo in mano carta e penna, qualche pacco di farina e cerco di trasformare le idee in realtà. Se sto precipitando entro in cucina, lascio da parte carta e penna, mi affido all’istinto e inizio a mescolare acqua, lievito e farina quanto basta per sciogliere i dubbi e far lievitare le certezze. Se sono preoccupata per le persone che amo entro in cucina, preparo torte al cioccolato per i più golosi, ciambelloni per chi ama le cose semplici o brioches per chi al mattino non sa rinunciare a qualcosa di dolce. Se accanto a me ci sono le persone che contano, entro in cucina e penso immediatamente ai loro gusti, a quello che amano e a quello che è meglio evitare. La cucina è amore. E’ amore quando hai bisogno di una carezza, è amore quando vorresti urlare al mondo che sei felice, è amore quando la paura prende il sopravvento, è amore quando prende il posto delle parole, dei gesti..e diventa il modo più semplice di comunicare.
In questi giorni le emozioni sono state tante. La gioia di una giornata spensierata, il grigiore di una giornata densa di preoccupazioni, gli occhi aperti nel cuore della notte. La cucina rimane qualcosa di costante, c’è, quando voglio rendere felice me stessa o gli altri, quando ho bisogno di conforto o di ritrovarmi.
Le giornate grigie le riconosco subito. Apro gli occhi con lentezza, entro in cucina, osservo il mare dalla finestra e sento già che qualcosa non va, allora non resta altro da fare che preparare il caffè e pensare alla colazione. A volte il porridge cede il posto al ciambellone, altre allo yogurt, altre ai pudding di semi di chia..e a volte alle brioches.
Le brioches semi integrali al miele erano nella mia testa da tanto tempo, poi qualche giorno fa ho visto le brioches di Maddalena, me ne sono innamorata subito e ho capito che era arrivato il momento di mettere le mani in pasta, non potevo più aspettare! Quando ho un’immagine in testa riesco a fare solo una cosa: seguire l’istinto. Mi piace l’attimo in cui prendo appunti, mescolo le farine e cerco di aggiungere la giusta quantità di liquidi. Mi piace provare, osservare, capire gli sbagli e provare a migliorare. Poi ci sono delle volte che entri in cucina, versi a mano a mano gli ingredienti nella planetaria e ti accorgi subito che l’impasto è già bellissimo, la conferma arriva il giorno dopo, quando la casa profuma di buono e tutti sono felici perché ci sono brioches a colazione!
Non ho inventato nulla di nuovo, ma sono felicissima di condividere con voi questo esperimento ben riuscito e so che, al contrario delle altre volte, questa ricetta la farò molto spesso!
- 250 g di farina 0
- 250 g di farina integrale di grano tenero
- 150 g di lievito madre, rinfrescato e attivo
- 200 g di latte
- 100 g di miele millefiori
- 50 g di olio evo + altro
- 1 uovo
- 1 pizzico di sale
- 1 bacca di vaniglia
- 1 arancia non trattata
- 1 limone non trattato
- 1 tuorlo + 2 cucchiai di latte per spennellare
- Versate il latte in un pentolino e fatelo intiepidire per pochi istanti; versate il latte in una ciotola, aggiungete il miele e il lievito madre, mescolate fino ad amalgamare gli ingredienti.
- Grattugiate la scorza degli agrumi e ricavate i semi dalla bacca di vaniglia.
- Versate le farine nella planetaria, aggiungete l'uovo, gli aromi e il mix di latte, miele e lievito.
- Fate amalgamare gli ingredienti a bassa velocità, quindi unite una presa di sale e aggiungete l'olio a filo.
- Lavorate l'impasto fino ad ottenere un impasto liscio,morbido e incordato.
- Ungete leggermente una spianatoia o un piano di lavoro, versatevi l'impasto e lavoratelo per pochi istanti, formate una palla liscia e ponete l'impasto in una ciotola leggermente oliata.
- Coprite con la pellicola e lasciate riposare 30 minuti.
- Trascorsi 30 minuti versate nuovamente l'impasto sulla spianatoia leggermente unta e fate le pieghe a tre.
- Formate una palla e ponete di nuovo l'impasto nella ciotola.
- Coprite l'impasto con pellicola alimentare e fate lievitare fino al raddoppio del suo volume iniziale; io ho lasciato lievitare l'impasto ( coperto sia da pellicola che da un canovaccio ) per tutta la notte, nel forno spento con la luce accesa.
- Trascorsa la prima lievitazione dividete l'impasto in due parti uguali ( così è più comodo formare le brioches, ma se volete potete formare un unico rettangolo ) e, su una spianatoia leggermente infarinata, formate un rettangolo di uno spessore omogeneo ( 1 cm circa ) aiutandovi con un matterello.
- Ricavate dal rettangolo dei triangoli, quindi arrotolate ogni triangolo a partire dalla base, formando una brioches a forma di cornetto.
- Procedete in questo modo fino ad esaurimento dell'impasto.
- Trasferite le brioches in una teglia rivestita di carta forno ( io li ho fatti piuttosto piccoli ed ho utilizzato due teglie ), coprite con un canovaccio e fate lievitare di nuovo le brioches.
- Non dovete avere fretta in questo passaggio: le brioches impiegheranno diverse ore a raddoppiare il loro volume iniziale; le mie, nel forno spento con la luce accesa, hanno impiegato circa 5 ore.
- Il tempo è indicativo e varia a seconda della stagione e delle temperature, ma essendo delle brioches con lievito madre impiegano comunque più tempo rispetto a quelle preparate con lievito di birra.
- Sbattete il tuorlo con i due cucchiai di latte, quindi spennellate delicatamente la superficie delle brioches.
- Cuocete nel forno preriscaldato a 180°C per circa 15-20 minuti, o fino a doratura.
- Fate raffreddare le brioches su una griglia, quindi ponetele subito nei sacchetti per alimenti.
- Rimangono morbide per diversi giorni, se preferite potete scaldarle per qualche minuto prima di servirle.
Scegliete un ottimo olio evo; in questo caso fa la differenza e un olio troppo delicato come quello di semi secondo me non è adatto.
Quando le brioches sono completamente fredde potete comodamente congelarle nei sacchetti per alimenti.
Non omettete gli aromi.
Io ho utilizzato del latte vaccino per questa ricetta, ma non credo ci saranno problemi con un latte vegetale, come un latte di mandorla o di soia, in entrambi i casi al naturale e non zuccherati.
Vi ricordo che il mio lievito madre non è solido e nemmeno liquido, ha una consistenza cremosa, simile allo yogurt: rinfresco 100 g di lievito madre con 50 g di acqua e 50 g di farina.
Se non siete esperti nella realizzazione di cornetti potete realizzare una brioche grande e cuocerla in uno stampo da plumcake.
- In questo post trovate le foto passo passo per fare le pieghe a tre.
Simo dice
che delizia amica mia….sai che per me ogni tua ricetta è una garanzia, quindi …chetelodicoafare??! Me la salvo subitissimo!
Un bacione bella stella e buon venerdì
Ileana Pavone dice
Grazie carissima, sei un tesoro 🙂
Baci e buon fine settimana!
Ilaria dice
Devo davvero dire qualcosa che non ho già detto su queste meraviglie?! ♡♡♡♡
Ovviamente saranno fatte e lo sai 😍
Ileana Pavone dice
..io aspetto le tue! <3
Paola dice
Conosco bene la sensazione dell’altalena, quell’andare su, su, su e poi scendere ad una velocità pari a quanto cielo sei riuscita a toccare. Conosco bene l’alternarsi di giorni di sole e quelli cupi, che neanche un fiore di primavera riesce a schiarire. E come te ho come unico appiglio la cucina, perdermi tra farine, i colori luminosi della frutta e della verdura e la voglia di lasciare che i pensieri si sciolgano in acqua come zucchero. Queste brioche sono meravigliose. Sarebbero l’ideale oggi, che ho voglia di rinchiudermi in casa e coccolarmi un po’
Eli dice
Grazie per questo dolcissimo risveglio cara Ile, mi hai dato l’energia per alzarmi finalmente dal letto e iniziare a vivere un altro giorno… Che non può non iniziare dalla cucina e dalle colazioni fatte in casa 😉 :-*
Marta e Mimma dice
da piccola amavo dondolarmi sull’altalena, salire talmente in alto da spaventarmi eppure da non averne mai abbastanza… avevo però le gambine troppo corte per spingermi da sola perciò amavo farmi spingere dal mio papà, consapevole che qualunque cosa fosse successa, lui sarebbe stato lì, dietro di me, pronto a curare le mie ferite e a proteggermi. Oggi, sebbene non sia particolarmente alta (diciamo anche bassa!), le mie gambe sono abbastanza lunghe da lasciare che io mi dondoli sull’altalena della vita senza alcuna protezione, con la costante paura di cadere ma mirando sempre al cielo.
Queste brioches sono uno spettacolo, ma che le tue mani creino delizie già te l’ho ripetuto infinite volte!:-)
Ti abbraccio forte, scusa se ultimamente non sono molto costante ma sembra impossibile prendere una pausa dallo studio e dai mille impegni.. Marta
Francesca P. dice
Questa mattina faccio colazione con te. In tutti i sensi. Recupero tutti i post in cui non avevo lasciato commenti e non posso che partire da qui, perchè le foto mi hanno “folgorato” da subito. Sono brioches speciali, più tonde, più gonfie del solito. Come una guancia paffuta che si accarezza e un abbraccio pieno, di quelli che dici nevoglioancora. L’altalena è una metafora di vita bellissima… e io ho sempre amato andarci, con prudenza ma anche slancio… non sono quella che agita le gambe fino a farla tremare, perchè no, non voglio cadere. Ma di sicuro cerco il mio ritmo, finchè mi sembra che il cielo sia vicino, da toccare…
Emanuela Lupi dice
io approdo qui dopo come sempre il mio solito gironzolare…. dal pane al cioccolato e nocciole, poi la brioche farro e miele, e poi i cornetti, perché …. voglio vedere come si fanno le pieghe, voglio leggere quella ricetta dove mettesti l’olio anziché il burro.. ed allora gironzolo, leggo e mi identifico….sempre….io sono come te…quel luogo di casa mia (che poi in realtà mia mia non è, nel senso che vivo ancora coi miei), così segnata dal degrado famigliare, impressionante fotocopia della disfatta della mia famiglia è però il mio rifugio….e mi accoglie con i suoi sportelli mancanti o che penzolano, il forno rotto, i comparti spaiati …. lì mi cullo tra le farine, le pentole, le ciotole (che ribalto una volta si e l’altra pure) .. ed impasto, spadello, spignatto come non mai….come se non ci fosse un domani….e mentre cerco di ammorbidire l’impasto della mia vita, di renderlo omogeneo ed elastico vengo qui e mi immergo nel tuo bellissimo impasto di vita..fragrante e profumato….
grazie……
credo che farò presto queste briochine.. ma anche le altre cose lievitate.. che adoro…
Manu.