La pioggia in una domenica di Ottobre e l’autunno che finalmente si insinua tra i rami e i pensieri, con la sua nebbia sottile, l’aria malinconica e il suo abbraccio caloroso.
In una domenica di Ottobre mi sono lasciata cullare dal rumore della pioggia, dal suo odore che si mescolava a quello dei biscotti appena sfornati. In una domenica di Ottobre mi sono fermata per guardarmi più da vicino e ascoltarmi, con la consapevolezza che il bello della vita sta proprio in quello che non comprendi.
E’ proprio nelle domeniche di Ottobre che tutto inizia a girare attorno alla parola intimità, che potrei anche sostituire con casa o, semplicemente, calore. E’ la voglia di stare fuori a respirare l’autunno, godendo dell’aria fresca e immaginando il rientro a casa, con le pareti che profumano di cannella e la voglia di restare.
L’autunno, per me, è la stagione in cui le persone si innamorano dei piaceri più semplici, riscoprendo che in quello che resta si nasconde la grande bellezza.
Passeggiare su un manto di foglie tra le faggete, riscaldarsi con un caffè, ripetere i gesti più familiari che diventano poi rassicuranti e decisi, guardare con occhi pieni di orgoglio la dispensa piena di colori e scegliere un barattolo in base all’umore.
Qualche giorno fa lo sguardo è caduto su un barattolo di scrucchiata dell’anno scorso e mi è venuta una gran voglia di preparare dei biscotti tipici abruzzesi: i celli ripieni. Il nome di questi biscotti, come accade con tutte le ricette tradizionali, può cambiare da zona a zona, ma il ripieno è caratteristico: la scrucchiata si mescola sapientemente con le mandorle tostate e tritate, poco cacao, un pizzico di cannella e la scorza degli agrumi; alcuni aggiungono anche caffè o cioccolato tritato.
L’impasto che personalmente preferisco è quello più povero a base di farina, olio e vino bianco, ma alcune versioni prevedono anche l’aggiunta di uova e poco zucchero. Qui in Abruzzo il vino è fondamentale in moltissimi impasti e si utilizza per torte rustiche, fiadoni e dolci tipici.
La mia è una versione senza zuccheri aggiunti dei celli ripieni, ma vi assicuro che non si sente la mancanza dello zucchero in quanto la scrucchiata è molto dolce. Quello che mi fa innamorare ogni volta di questi biscotti è il contrasto tra il guscio sottile e friabile e il ripieno così ricco e aromatico.
- Per l'impasto:
- 450 g di farina di grano tenero di tipo 1 ( io ho usato la solina )
- 140 g di vino bianco
- 130 g di olio di semi di girasole o extravergine di oliva leggero
- Per il ripieno:
- 400 g di scrucchiata
- 100 g di mandorle
- 30 g di pangrattato
- 2 cucchiai di cacao amaro
- 1 cucchiaino di cannella
- la scorza di ½ limone non trattato ( o arancia )
- Tostate le mandorle in una padella per pochi minuti, fatele raffreddare e tritatele finemente.
- Mescolate la scrucchiata ( confettura d’uva ) con il cacao, la cannella e la scorza grattugiata del limone.
- Aggiungete al composto le mandorle e il pangrattato, quindi mescolate fino ad amalgamare gli ingredienti; fate riposare il composto 30 minuti.
- Mescolate il vino con l’olio, aggiungete la farina e lavorate gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo; aggiungete la farina poca alla volta e aggiungetene fino ad ottenere un composto omogeneo e piuttosto morbido.
- Potrebbe essere necessaria altra farina, fino ad un totale di 500 g, ma dipende dalla farina utilizzata; a me con la farina di tipo 1 sono bastati 450 g.
- Fate riposare l'impasto a temperatura ambiente per circa 30 minuti, coperto con un canovaccio.
- Stendete l’impasto con il matterello dividendolo in più parti e poi, con la macchina per la pasta, formate delle sfoglie molto sottili.
- Adagiate un cucchiaino di ripieno sulla sfoglia lasciando qualche cm di spazio tra uno e l’altro.
- Ripiegate la sfoglia e con una rotella ritagliate delle mezzelune; avvicinate le estremità e sigillate bene con le mani.
- Trasferite i biscotti su una teglia rivestita di carta forno; cuocete a 180°C per circa 15 minuti.
- Controllate la cottura in quanto non diventano molto dirti in superficie.
- Con queste dosi otterrete circa 40-45 biscotti.
Ho realizzato i celli ripieni per Agrodolce qualche tempo fa, vi lascio il link dove potete trovare le foto della preparazione e qualche piccola variante.
Proprio qualche ora fa in montagna qui in Abruzzo è arrivata la prima neve, presto tutto muterà di nuovo, ma c’è ancora tempo per passeggiare sulle foglie secche e sorridere nel silenzio…
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Mile dice
So che sono di parte essendo abruzzese, ma hai scritto una cosa “L’autunno, per me, è la stagione in cui le persone si innamorano dei piaceri più semplici, riscoprendo che in quello che resta si nasconde la grande bellezza” , il chè unito a questo dolce cui sono molto legata (come tante tradizioni dolciarie abruzzesi) mi ha toccata … grazie
emanuela dice
Questa mattina il cielo qui ha proprio il colore del tuo ripieno ed il sole che cerca di farsi strada tra le nuvole viola, dona alle foglie degli alberi,già un pochino ingiallite, una luce diversa….
E’ il cielo che annuncia, o segue, un temporale … Ed a me piace da morire….
Hai detto tutto tu…hai dato voce a quello che il mio cuore sente ora, forte… ed io vorrei un sacco correre le scale con i capelli bagnati di dalla nebbia, entrare da te, prendermi un bel caffè e restare…lì, con la tazza in mano, lo sguardo attraverso il vetro rivolto al mare e mordere ad occhi chiusi un biscotto….anzi… sono già lì…
“Il bello della vita sta proprio nelle cose che non comprendi”..
in quello che (ti) resta si racchiude la grande bellezza…
Alla prossima passeggiata boschiva amica Ile..
un abbraccio affettuoso e dolce come un biscotto…
Ps: mi farò presto cullare anche io dalla pioggia, una domenica di questo autunno e lasciando scivolare il tempo come le gocce sul vetro della finestra, impasterò questi meravigliosi, caldi ed intimi biscotti…
Sta pur certa che lo farò…
Manu
tizi dice
mi fanno una gola incredibile questi dolcetti, non li conoscevo ma li amo già 🙂
grazie per la ricetta (e per la spiegazione dello scorso post sulla scrucchiata, che non avevo idea di cosa fosse).
buon pomeriggio e complimenti anche per le bellissime foto!
Annuska dice
Anch’io ho letto tutto e,questi biscotti già li adoro .Aspetto una giornata uggiosa per aprire la dispensa e trovare qualcosa di stuzzicante per mettermi a impastare ,intanto ringrazio per questa ricetta .Io non amo tanto la marmellata d’uva ,penso di fare questi biscotti con quella di fichi o di frutti di bosco .Un saluto
ricettevegolose dice
Che belli questi dolcetti, mi ricordano tanto i cudduraci calabresi, biscotti rustici e buonissimi che preparo con la ricetta di mia nonna… splendide foto che mi mettono proprio voglia di rifarli 🙂
Claudia dice
Intanto sappi che mi sono follemente innamorata della scrucchiata, semplicemente non sono riuscita a passare a lasciarti un commento: quel colore mi ha assolutamente conquistata, mi viene voglia di farci il bagno, lì dentro. E’ un amore platonico, per ora, ché non l’ho mai assaggiata, ma sappi che ho selezionato un negozio online di prodotti tipici da cui comprarla, non potendola fare da me. Cioè, la proverei con un’uva sangiovese o canaiolo, visto dove abito, anche se sarebbe un po’ un’eresia, lo so, ma ormai la vendemmia è bella che andata e mi tocca aspettare un altro anno. E quindi me la compro, maledizione, la voglio in dispensa 🙂 E soprattutto voglio provarla in questi biscotti, che somigliano a dei ravioli dolci che ho preparato tempo fa seguendo una ricetta calabrese, senza zuccheri aggiunti anche loro, e che ho amato molto. Insomma, continui ad essermi sempre di ispirazione cara Ilena. In questo caso mi farai pure spendere, che dal negozio online mi sa che mi compro pure il mosto d’uva 😉
Claudia dice
Semplicemente meraviglioso <3
Francesca dice
Sono piovosi questi giorni, tanto, a volte troppo. L’autunno che amo è meno bagnato e meno umido, ma ho imparato ad aspettare il ritorno del sole… so che lui è lì, nascosto ma presente. Un po’ come te, in questo periodo, no? Non è mai uno sparire, è solo un tacere che serve a rimescolare le idee e le farine, a mettere punti e ordine, a creare nuove forme (e nomi) da dare alle cose… e io sono qui, ad ammirare questi tondi bellissimi, tutti vicini, che si scaldano, con un dentro pieno di… cuore.