Fino a qualche settimana fa ero ferma davanti ai miei “vorrei”, poi ho smesso di scrivere liste e ho cominciato a vivere Dicembre a modo mio.
Ho smesso di chiedermi perché a Natale divento nostalgica e – a tratti -cinica e ho cominciato a chiedermi cosa desidero davvero. Quello che voglio – e non vorrei – è vivere rimanendo fedele a me stessa, a quello in cui credo. E così finisco per scappare in montagna ogni volta che ho mezza giornata libera, mettendo da parte la voglia di impasti alla cannella, decorazioni e la ricerca di quello spirito natalizio che non c’è.
Le mie giornate libere, quando è possibile, le passo nei boschi ( o in campagna ). Condivido questa passione con delle persone che rendono questo viaggio bellissimo: partiamo al mattino, camminiamo nei boschi, ci fermiamo per bere un caffè dal thermos e, se siamo fortunati, torniamo a casa con un cesto di funghi.
Siamo soltanto agli inizi di questa nostra passione – quella dei funghi – ma sento che la stiamo vivendo nel modo migliore. Siamo curiosi, appassionati, vogliamo goderci il bosco in ogni stagione, rispettarlo. Adesso respiriamo l’aria di Dicembre e la sua luce che si insinua tra gli alberi ormai spogli, pranziamo su tavoli di legno e lasciamo che siano gli occhi a parlare, attraverso quella luce che non si può spiegare.
Inevitabilmente, quando parlo di questa mia passione, finisco per parlare della mia terra, l’Abruzzo. La mia è una terra che ci permette di sognare, che ci permette di vivere la montagna anche se abitiamo in riva al mare, che ci abbraccia e ci fa respirare grazie al verde e alla sua bellezza. Faccio fatica a parlarvi con estrema oggettività dell’Abruzzo, ma oggi voglio farlo lasciando spazio alle fotografie, al racconto di una giornata nel bosco. Una passeggiata sotto il sole di Dicembre che si è conclusa con un inaspettato bottino, un pranzo nel bosco e una torta di cachi mangiata proprio lì, dove il sole è tiepido e non è mai troppo tardi. Per sognare, ma soprattutto per vivere.
I funghi raccolti nel bosco li ho utilizzati per condire delle tagliatelle all’uovo molto rustiche, preparate con la farina di grano duro saragolla, un grano antico abruzzese. Sentivo il bisogno di un piatto essenziale, rustico, uno di quei piatti da condividere con la famiglia assieme a un bicchiere di vino, mentre raccontiamo le nostre giornate, a volte più aspre, altre più dolci.
Ho preparato la pasta all’uovo nel modo classico: per due persone ho utilizzato due uova, 200 g di farina di saragolla, un cucchiaio di olio e poca acqua. Ho fatto riposare l’impasto a temperatura ambiente per una mezz’oretta, poi ho steso l’impasto con il matterello e ho formato le tagliatelle. Io questa volta ho utilizzato la macchina per la pasta, ma spero di diventare più brava con il matterello!
Ho utilizzato circa 250 g di funghi raccolti nel bosco – hygrophorus russula – e li ho semplicemente trifolati in padella con olio extravergine d’oliva e aglio. Ho condito le tagliatelle con i funghi trifolati e parmigiano grattugiato, mantecando il tutto con acqua di cottura della pasta. Io ho aggiunto qualche fogliolina di salvia, che personalmente adoro. E’ un piatto semplice, ma che per me ha un grande significato.
Dopo la passeggiata nel bosco, mentre raccoglievamo i funghi che poi ho utilizzato per le tagliatelle, abbiamo pranzato con il cous cous alla zucca e feta che avevo preparato la sera prima e poi ci siamo goduti qualche fetta di torta di cachi. Una torta che non vedevo l’ora di condividere con voi, ma che ho perfezionato fino a raggiungere quello che desideravo: il risultato è una torta umida, quasi fondente, una di quelle torte che il giorno dopo è ancora più buona. Senza zuccheri aggiunti, ma in cui gli zuccheri non mancano grazie alla polpa di cachi e al concentrato di datteri: dopo varie prove posso dire che è proprio quest’ultimo ingrediente a donare alla torta un cuore morbido e fondente.
E’ arrivato il momento di condividere la ricetta della torta di cachi e spero che questa passeggiata nel bosco sia piaciuta anche a voi…
- 3 uova
- 180 g di polpa di cachi ( devono essere molto maturi )
- 50 g di concentrato di datteri
- 80 g di olio di semi di girasole
- 60 g di latte ( vaccino o bevanda vegetale senza zuccheri )
- 150 g di farina di grano tenero di tipo 1
- 50 g di fecola di patate
- 8 g di lievito per dolci
- cannella a piacere
- la scorza di ½ arancia non trattata
- Montate le uova con la polpa dei cachi frullata e il concentrato di datteri fino ad ottenere un composto spumoso.
- Aggiungete l'olio, continuando a montare gli ingredienti.
- Aggiungete ora la farina e la fecola alternandole al latte; unite infine la cannella, la scorza dell'arancia e il lievito setacciato.
- Amalgamate il composto e distribuitelo in una tortiera oliata e infarinata.
- Cuocete la torta nel forno preriscaldato a 180°C per circa 30-35 minuti; la torta si gonfierà molto in cottura, ma poi tenderà ad abbassarsi.
- Cuocete la torta finché, facendo la prova stecchino, risulta asciutta.
- Fate riposare la torta prima di tagliarla, il giorno dopo è ancora più buona.
1
emanuela dice
E si, che mi è piaciuta questa passeggiata Ile… tantissimo…
Io che amo i boschi più di uno scoiattolo…
Grazie ..grazie infinite..
Manu
Ileana Pavone dice
Grazie a te Manu.
E’ bello leggerti e sentirti vicina…:)
Ti abbraccio forte.